La stampante tampografica: evoluzione e utilizzo
Il dominio sulla stampa di oggetti relativi al mondo del promozionale, per anni è stato esercitato da una tecnica chiamata serigrafia. Essa si serve di un telaio, o per meglio dire, di un telaio per ogni colore da stampare, e può applicarsi ai più diffusi tipi di materiali. A sottrarre una discreta fetta di mercato alla succitata tecnica, ci ha pensato negli ultimi decenni un nuovo macchinario per la stampa, anch’esso molto apprezzato: la stampante tampografica. Rispetto alla serigrafia ha il vantaggio di ottenere risultati di estrema precisione anche su oggetti con superfici concave, convesse e tridimensionali.
Gli utilizzi che se ne possono fare sono innumerevoli, ma questa tecnica viene per lo più impiegata in stampe di piccole dimensioni su supporti rigidi e dove è richiesta una particolare precisione; nonché dove si renda necessaria una certa rapidità di essiccazione.
Trova applicazione nei più svariati settori merceologici. Le aziende che operano nel settore sono ormai dotate sia di stampanti monocolore che a più colori. Esse si sono dovute adeguare velocemente alle variazioni del mercato ed oggi sono in grado di offrire soluzioni per ogni tipo di richiesta, in grandi e piccole quantità. Hanno formato validi collaboratori attraverso adeguati corsi, al fine di garantire un prodotto che risponda ai migliori standard di qualità.
Cos’è la tampografia
Nata dall’esigenza di alcuni orologiai svizzeri, questa tecnica trovò le sue origini intorno ai primi dell’800. La stampa sui quadranti degli orologi, richiedeva qualità e precisione, ma le tecniche del tempo non li permettevano. Si necessitava un nuovo sistema: la tampografia fu la soluzione. Soltanto con lo sviluppo industriale, però, essa potette perfezionarsi ed entrare con prepotenza nel mercato. A determinarne l’effettiva consacrazione contribuì il nuovo utilizzo del tampone in gomma siliconica, elemento base della tampografia su plastica.
Negli anni il sistema è andato via via migliorando, questo ha consentito risultati sempre più precisi e veloci. La tampografia è un processo abbastanza semplice: parte dall’incisione del disegno da dover stampare su un clichè; questo verrà inserito nella stampante tampografica, la quale provvederà ad inchiostrarlo e poi a pulirlo. Solo a questo punto interverrà il tampone, che premuto sul clichè, raccoglierà la parte d’inchiostro rimasta. Successivamente la trasferirà sul prodotto da stampare adattandosi perfettamente alla sua superfice. I costi della tampografia sono relativamente contenuti rispetto alla qualità del risultato ottenuto, le aziende con stampante monocolore riescono ad ottenere lavori di ottima fattura.
Tampografia su plastica
La tampografia è particolarmente indicata nella stampa di materiali plastici. L’utilizzo del tampone in questo caso risulta decisamente indicato, ne scaturiscono risultati di grande nitidezza e precisione. La gomma siliconica è spesso l’unica soluzione per poter decorare oggetti che presentano fessure ed altre irregolarità nella forma. Adattando i tamponi, inoltre, è possibile realizzare stampe diverse sulla stessa superfice. Questo aspetto evidenzia un vantaggio economico non indifferente.
La plastica può classificarsi in base alle sue caratteristiche: plastica ad alta o bassa tensione superficiale. Per quest’ultima potrebbe essere necessario l’utilizzo di un attivatore di adesione, ma queste sono problematiche che le aziende del settore hanno imparato a risolvere.
Dunque possiamo affermare che la tampografia su plastica è una soluzione molto vantaggiosa, sviluppando un rapporto qualità-prezzo di sicuro interesse. In quanto alla durata della stampa, molto dipende dallo stress fisico a cui essa viene sottoposta, quindi rimane difficile fare una previsione certa.