Sedazione in odontoiatria: definizione e applicazioni
![](https://sp-ao.shortpixel.ai/client/to_webp,q_lossy,ret_img,w_1024,h_736/https://www.doxaliber.it/wp-content/uploads/2024/07/Sedazione-in-odontoiatria-dens-dentista-como-1-1024x736.jpg)
In odontoiatria può rendersi necessario il ricorso alla sedazione cosciente del paziente, specie nel caso egli viva con disagio l’incontro con il dentista. Esistono diverse tipologie di tecniche sedative, da utilizzare a seconda del trattamento, delle esigenze specifiche del paziente e di altre valutazioni che spettano all’odontoiatra. La sedazione è inoltre una tecnica assolutamente sicura e per questo si utilizza abbastanza frequentemente per evitare il dolore durante pratiche odontoiatriche leggermente invasive. Ne abbiamo parlato insieme a DENS che svolge la sua attività come dentista a Como.
Sedazione: cos’è e tipologie
La sedazione cosciente, o sedo-anestesia, è una particolare tecnica anestesiologica che prevede la somministrazione di farmaci sedativi, analgesici e anestetici insieme a una miscela di ossigeno e protossido di azoto. Lo scopo della sedazione cosciente in odontoiatria è quello di ridurre lo stress emotivo che alcuni pazienti possono provare anche di fronte a trattamenti di routine, mantenendoli al contempo vigili e reattivi. Durante la sedazione cosciente il soggetto rimane pertanto responsivo e collaborativo. Allo stesso modo, i riflessi di protezione delle vie aeree, cioè tosse e vomito, le funzioni cardiocircolatorie e quelle ventilatorie autonome rimangono inalterate. Si tratta pertanto di una forma di sedazione blanda, praticabile dal dentista in totale sicurezza in ambiente ambulatoriale, senza il supporto dell’anestesista. La sedazione cosciente non è tuttavia l’unico trattamento anestesiologico a disposizione dell’odontoiatra. Altre due tipologie sono:
- Sedazione moderata: secondo livello di sedazione che prevede la somministrazione di un solo farmaco, la benzodiazepina. Questo ha l’effetto di ridurre il livello di vigilanza del paziente, che rimane comunque sensibile a semplici stimoli tattili e verbali. Permangono i riflessi di protezione e la ventilazione è autonoma. Va effettuata in ambiente protetto, da un’anestesista.
- Sedazione profonda: con questo terzo livello di sedazione, il paziente non è più vigile a causa di uno stato di depressione della coscienza. Rimangono normali le funzioni cardiocircolatorie, ma può essere richiesta un’assistenza per la respirazione. I riflessi di protezione spariscono o al più diminuiscono sensibilmente. Il paziente non può essere svegliato facilmente e risponde solo a stimoli dolorosi. Il farmaco viene somministrato dall’anestesista, per via parenterale, in ambiente protetto.
Sedazione cosciente in odontoiatria: quando effettuarla
La sedazione cosciente in odontoiatria è la tecnica d’elezione per intervenire su pazienti odontofobici. Attraverso questa tecnica il dentista può evitare sintomi correlati all’ansia quali ad esempio tachicardia, attacchi di panico e abbassamento della soglia del dolore, rieducando nel tempo il paziente a un rapporto più sereno con gli interventi in poltrona. Per lo stesso motivo, la sedazione cosciente trova ampio utilizzo anche nell’odontoiatria pediatrica, dal momento che i bambini (specie alle prime esperienze) sono più inclini a sviluppare una certa insofferenza alla visita dentistica. In altri casi ricorrere alla sedazione risulta essere una necessità. È ad esempio il caso di pazienti affetti da patologie quali ipertensione, epilessia, cardiopatie o alcuni tipi di disabilità cognitiva: queste condizioni possono provocare movimenti imprevisti e incontrollabili, che ostacolerebbero il regolare svolgimento dei trattamenti, specie in caso di delicati interventi di chirurgia. Va infine specificato che, per quanto la sedazione cosciente in odontoiatria sia assolutamente sicura, esistono alcune controindicazioni. La pratica è infatti sconsigliata ad alcune categorie di pazienti, tra cui:
- Donne nei primi tre mesi di gravidanza;
- Persone affette da patologie respiratorie quali bronchite, broncopolmonite acuta, sinusite, enfisema o che presentano problemi generali a respirare dal naso;
- Pazienti oftalmici;
- Pazienti operati al timpano;
- Soggetti affetti da sclerosi multipla.
Esistono infine alcune controindicazioni di natura psicologica. L’abuso della sedazione cosciente può condurre il paziente a una dipendenza psico-fisica dal trattamento spingendolo a richiederlo anche per interventi poco invasivi, non risolvendo di fatto la sua odontofobia. Alla luce di queste considerazioni, l’uso della sedazione cosciente rappresenta un’importante questione deontologica per il dentista, che dovrà valutare con attenzione il profilo e la situazione del paziente prima di procedere. Leggi anche l’articolo: Strategie per Salvaguardare la Propria Abitazione con un Sistema di Allarme